
“Il diritto dei consumatori – in qualsiasi esperienza del mondo occidentale, ma in particolare nella nostra – è una branca dell’ordinamento che testimonia la duttilità, la novità, la versatilità, la mobilità delle regole giuridiche legate ai fatti economici e sociali.
Novità, perché è un diritto che ha una storia breve, nata per l’appunto nel “secolo breve”, nella seconda metà degli anni Cinquanta del Novecento; è pur vero che si è cercato, come spesso si fa per nobilitare persone, luoghi, teorie, di risalire nel tempo al fine di assicurargli un’aurea o una patente di vetustà, e così si è fatto riferimento alla vendita porta a porta, nelle città e nelle campagne, delle macchine da cucire Singer effettuata alla fine dell’Ottocento nei Paesi in piena industrializzazione, o si sono ricordati i primi manifesti pubblicitari, gli slogan e i messaggi (allora tutto era condensato nel termine réclame) a cui hanno dato il loro segno indelebile anche maestri della pittura come Toulouse-Lautrec; ma è più realistico pensare che il problema della posizione (economica e sociale) dei destinatari dei prodotti sia diventato parte della coscienza dei cittadini solo a partire dagli anni della produzione e distribuzione di massa dei prodotti; prodotti peraltro quasi esclusivamente alimentari, oppure utensili per la casa, libri ed enciclopedie per l’istruzione di base, attrezzi per il diporto; nel nostro caso, una certa consapevolezza dei consumatori (non dei propri diritti, bensì) delle proprie aspirazioni si registra a partire dal boom economico degli anni Sessanta del Novecento” (dalla presentazione di Guido Alpa)
Edizioni Scientifiche Italiane Napoli, 2007